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ATMOSFERE VISSUTE ?

MARIANNA 8° EPISODIO
Orhan dette disposizione di preparare un drappello di soldati comandati dal suo Murad che accompagnò Marianna fino alla torre di Astura. Arrivati alla torre Marianna incominciò subito a occuparsi dei preparativi per viaggio. Ordinò a Maddalena di preparare i bagagli e quindi il necessario per affrontare i giorni della navigazione. Poi incominciò a pensare ai doni per i suoi genitori.
 
Prima di tutto i dolci più prelibati del luogo che fece preparare e confezionare dai suoi fedeli cuochi.
 
Baklava: pasta con pistacchio e noci, imbevuta di sciroppo di miele.
 
Cezerye: carote caramellate con cannella e frutta secca.
 
Cevizli sucuk: salsicciotto a base di pasta di noci, mandorle e nocciole.
 
Lokma: dolce, fritto e imbevuto di sciroppo, croccante fuori e soffice al suo interno.
 
Halka tatlisi: ciambelle fritte, a base di burro e amido di mais.
 
Inoltre disse a Maddalena di far smontare il suo telaio, perché voleva portarlo in regalo a sua Madre, naturalmente con una buona dotazione di filati.
 
Suo padre era un amatore di Cavalli, per cui fece imbarcare sul veliero un bellissimo cavallo bianco.
Una notte inaspettatamente Orhan fece ritorno alla torre di Astura, Marianna fu sorpresa e nello stesso momento meravigliata, i due si abbracciarono e si amarono con passione.
 
Orhan dopo aver affermato che era un suo diritto rivedere i genitori, affermò che dopo quindici giorni doveva riprendere, il viaggio di rientro.
 
Caricato la merce sul naviglio in una bellissima giornata di aprile, la nave prese il largo.
 
Il mare luccicante e azzurro, su cui si protendeva il veliero, faceva da cornice al volto felice di Marianna che con il pensiero vagava nel tempo, nel ricordare la sua fanciullezza e come avrebbe potuto riconoscere dal mare, il profilo del suo paesello.
 
Così una notte di luna piena, si sentì il nostromo gridare: “Terra!”.
 
Murad che conosceva bene la zona, andò a prua con il nostromo per vedere meglio il profilo della terra.
 
Decisero subito di continuare la navigazione lungo la costa e alle prime luci dell’alba, individuarono la Torre, svegliarono Marianna che, con molte difficoltà, confermò.
 
Decisero quindi di approdare dietro al promontorio per non insospettire la popolazione.
 
Dopo fecero salire Marianna, Maddalena e Murad su di una scialuppa, il mare era calmo e il sole faceva capolino, dopo pochi minuti sbarcarono sulla spiaggia.
 
Nascosta la barca, iniziarono il cammino verso l’abitazione di Marianna, a questo punto, pervenne il ricordo, ma anche l’ansia e Marianna iniziò a correre verso casa.
Arrivò e trovò la porta semiaperta, poi Marianna gridò: “Mamma” e da lontano scorse una donna, ormai anziana ma ben riconoscibile e gridò ancora: “Mamma”.
 
Marianna allargò le braccia per stringerla a se. Strinse così forte fino a sentire i battiti del cuore; poi si guardarono e si strinsero ancora una volta. Finalmente Marianna fra le sue braccia. Si sentì protetta e rassicurata.
 
Nel frattempo arrivò all’ingresso suo padre, si abbracciarono e piansero di gioia, ma subito dopo, si recò sulla soglia di casa e gridando disse: “Venite, ammirate, Marianna e qui”. Gridò più volte così che, una folla di persone si assieparono attorno alla loro abitazione. Tutti vollero abbracciare Marianna che, ormai non sapeva più cosa dire, anche perché aveva in parte dimenticato l’idioma del paese natio.
 
Intanto Maddalena, Murad e i rematori si strinsero in un angolo del piccolo cortile, ammirando questa popolazione trionfante e felice.
Murad dopo un po’ fece segno a Marianna che voleva parlarle e così si avvicinò, Murad disse che era necessario sbarcare al più presto la merce dal naviglio, perché volevano ripartire prima dell’alba. In realtà avevano bisogno di aiuto sia per attraccare in un posto agevole e anche per trasportare il tutto in paese. Marianna comunicò la questione al padre, il quale raccolse subito un gruppo di persone che, si dissero disponibili ad aiutare Murad. Partirono almeno dieci persone, muniti di carretti e di muli, indicando a Murad il posto dove era meglio attraccare per scaricare la merce e il cavallo destinato al padre di Marianna.
 
Orhan aveva autorizzato Maddalena a rimanere in compagnia di Marianna per tutto il periodo che si era concordato prima della partenza e così la presentò a famigliari e conoscenti, che subito commentarono: “Che bedda guagniuna”.
 
Intanto parenti e amici concordarono di preparare un bel pranzo per gli ospiti: “Maccheroni, polpette, carne, arrosto d'agnello, pesce alla brace, frutta e dolci".
 
Si preparò una lunga tavolata che circondava completamente l’abitazione di Marianna. Ogni famiglia ebbe il compito di preparare una pietanza e così alla fine si apparecchiò. Quando Murad e i suoi accompagnatori ritornarono con i regali che aveva preparato Marianna, incominciò la festa, il buon vino e i dolci portati in regalo, confortarono le loro fatiche.
A tarda sera Murad si avvicinò a Marianna e le disse che era in procinto di partire, poi aprì un involucro che conteneva la bandiera del suo Califfato e gliela consegnò, raccomandandole di issarla sulla torre, in modo tale che qualsiasi naviglio di passaggio potesse notarla e quindi rispettare quel luogo. Inoltre le fece presente che fra circa quindici giorni sarebbe ritornato, per poi riportarla ad Astura.
 
Si rivolse infine a Maddalena, facendole capire che lei era responsabile di tutto ciò che poteva accadere alla moglie di Orhan, suo padrone e governante.
 
Infine Murad e i suoi marinai salutarono i genitori di Marianna e tutti gli altri commensali, proferendo loro di issare la bandiera del Califfato e che si sarebbero rivisti dopo quindici giorni. Alcuni uomini si alzarono e poiché ormai era buio, decisero di riaccompagnarli alla loro imbarcazione, mentre gli altri commensali si dettero da fare per togliere la tavolata e rimettere a posto tutto il cortile.
Il padre di Marianna decise invece che era ora di occuparsi del cavallo avuto in regalo, e dicendo alle donne: “Stasira dormu nta stalla, curu u mulu e u cavaddu”, si allontanò.
 
Le tre donne invece entrarono in casa e prepararono i letti per la notte.
 
Maddalena fu accomodata in una camera, nel lettino, dove una volta dormiva Marianna, Madre e figlia invece si diressero verso la camera dei genitori.
 
Si misero a letto e si abbracciarono, infine per fare addormentare Marianna, la Mamma le cantò i soliti versi:
 
“Quannu nascisti tu, garofulu d'oro,
 
ci studiarino li dudici misi.
 
Li pitturi furunu vintinovi
 
ppì ti pittari lu tuo bellu visu.
 
 
Tu fosti vattiata a Fonte d'Oro
 
duvi si vattiavanu li marchisi.
 
Lu parrinu tuo fu S. Nicola
 
e la parrina tua Stidda Riale.”
Il colore arancione dell`alba, che si dispiegava, dal mare argentato, svegliò Marianna, lei era felice, nel vedere questo spettacolo della natura, poi gridò: “Mamma”, che immediatamente si precipitò baciandole la fronte. La madre la coccolò ancora una volta, dopo di che svegliarono Maddalena e si misero a tavola per fare colazione.
 
Marianna durante la colazione raccontò la sua avventura, la madre con le lacrime che le rigavano il viso, chiedeva sempre di più delle spiegazioni e ogni tanto interloquiva: “E mo chinu lu dici a Papà”.
 
Il padre si era svegliato di buon mattino e si era avventurato con il suo cavallo, avuto in regalo, per le colline del paese tra i suoi oliveti e le sue vigne. Ogni tanto scendeva da cavallo lo accarezzava dicendogli: “Ma come taddi chiamari, io u turcu unnu canuscio e iu allura ti chiamu turcu”.
Marianna dopo avere accennato alle sue avventure, fece vedere dei piccoli arazzi che aveva portato e la madre con meraviglia, chiedeva delucidazioni sulla manifattura e come avveniva la tessitura delle stoffe e delle coperte. Infine gli mostrò il telaio smontato e i filati che le aveva portato in regalo. Le spiegò che il telaio che era utilizzato per la produzione dei tessuti e serviva per intrecciare due serie di fili, la trama e l’ordito, utilizzando la Navetta che era l'oggetto dal quale si sfilava il filo della trama.
 
Poi gli mostrò il telaio smontato e disse che bisognava chiamare un falegname che con l’aiuto di Maddalena lo avrebbe messo subito in funzione.
 
In paese lavorava da falegname il cugino Pietro, che subito fecero chiamare mediante sua zia Maria.
 
Pietro arrivò immediatamente, salutò i suoi parenti e dette subito uno sguardo molto interessato a Maddalena, la quale incominciò a illustrargli come doveva essere montato.
 
I due si misero subito a lavoro e per mezzogiorno il telaio era subito pronto per essere utilizzato per la tessitura. Pietro era curioso e volle vedere anche il collaudo della tessitura, ma in particolare era interessato alla scollatura e alle nude gambe di Maddalena.
Dopo Marianna invitò la madre a prendere contatto con la trama e l’ordito ed era molto interessata a imparare, anche perché in passato aveva ricamato e filato utilizzando orditi di varia natura e consistenza. Nei giorni successivi molti abitanti del paesino si recarono in visita da Marianna e tutti si mostrarono molto interessati al telaio e alle modalità di tessitura. Il cugino Pietro, dava consulenza e faceva capire che poteva costruirne altri, quindi molti dei visitatori glielo ordinarono e dopo pochi giorni ne furono consegnati cinque. Marianna passava di casa in casa per istruirli e iniziarli alla tessitura. Purtroppo quindici giorni passarono subito!
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