19° episodio - rizzuti.it

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DOMINUS VOBISCUM



I partiti politici che si presentarono per il confronto elettorale furono due:
il Partito Socialista capeggiato dal vecchio Sindaco e la Democrazia Cristiana condotto dall’Avvocato Giannini. I comizi non erano mai contemporanei, ma suddivisi nella settimana a giorni alterni ed in piazze diverse.
 
L’Avvocato Giannini possedeva un’oratoria "da tribunale”, e spesso si esprimeva con termini in latino e con riferimenti alla religione cattolica, infatti quando parlava in piazza di fronte al Vescovado, il palazzo si presentava “sorridente”, con le luci accese e le persiane aperte.
Quando invece nella stessa piazza parlava il Sindaco dimissionario Di Francesco, il palazzo del Vescovado si mostrava “addormentato”, con le luci spente e le persiane chiuse. Ciò doveva manifestare a tutti le preferenze del Clero e del Vescovo.
Oltre a questo, negli ultimi giorni era aumentata anche la popolazione di suore e monaci che facevano il giro delle famiglie, illustrando il pericolo delle idee socialiste e portando pacchi alimentari; lo scopo era quello di convincere gli elettori a votare per l’Avvocato Giannini, perché era l’unica soluzione per la rinascita del paese.
 
Inoltre quasi tutti i preti nell’omelie facevano riferimento ai pericoli che avrebbero corso le libertà religiose nel caso di vincita del Partito Socialista. Don Mario invece non ubbidì e continuò tenere unita la comunità attorno alla parrocchia, senza creare divisioni ideologiche.
 
Insomma una campagna elettorale che conteneva tante scorrettezze e falsità. Niente di nuovo sotto il sole, direbbe qualcuno.
Comunque il vecchio Sindaco aveva dietro di sé la popolazione povera ma onesta, era ammirato dagli operai e dai marinai, che pur accettando il pacco alimentare sapevano per chi votare.
Finalmente arrivò il quindici di giugno, che portò con sé una pioggia torrenziale, tanto che al mattino i seggi elettorali erano quasi tutti deserti, salvo la sporadica apparizione di un gruppo di suore e qualche prete.
 
A metà mattina arrivarono anche i due candidati accompagnati dalle rispettive consorti.
 
Dopo pranzo il sereno eruppe con forza, come vincendo le nubi che lo nascondevano dal lato della montagna. Il mare si tranquillizzò e subito dopo gli uomini e le donne del paese  incominciarono a circolare.
 
Una piccola folla si formò rapidamente davanti al seggio della piazza del Municipio, accompagnata da un mormorio che poco alla volta crebbe di volume fino a diventare un vociare confuso.
 
Per le comari e i compari era una occasione troppo ghiotta per farsela scappare.
 
Venne formata la classica coda, onestamente poco ordinata e assai rumorosa, allora il carabiniere di guardia ogni tanto ammoniva i presenti e otteneva un rispettoso ma breve silenzio, che veniva subito rotto all'arrivo di una persona o una coppia.
 
A quel punto si ricominciava, in un turbinio di parole, opinioni e sentenze.

 
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