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paese3 - rizzuti.it

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Paese mio


Arrivati sul posto trovarono la donna con le gambe inarcate quasi a sfiorare il prato, “Correte, sta nascendo!”. Dopo una manciata di secondi, la mammana gli ordinò di andare in casa a prendere dell'acqua e un lenzuolo. Leo corse verso casa, aprì la porta con foga, afferrò un lenzuolo e il barilotto dell'acqua. Arrivò dalla moglie in un baleno. Il bambino era già nato e adagiato sull’erba, rosso vivo, le palpebre appiccicate, il cordone ombelicale che ancora lo teneva legato alla madre. Lei sorrideva, esausta per quello sforzo intenso di pochi minuti, e Leo era come smarrito. In quel minuto di sconcerto, la mammana tagliò il cordone ombelicale con il falcetto, Carmelina invece si era sdraiata sopra l’erba e ora teneva il bambino tra i seni grossi e morbidi, accarezzandolo piano con i polpastrelli. Leo lo coprì e poi lavarono accuratamente la moglie e il bambino con la poca acqua a disposizione.
Leo disse subito: “Ci ho pensato molto, se la creatura nasceva maschio… lo chiamiamo Angelo.” Poi scoppiò in un pianto di gioia, non riusciva a smettere, piangeva senza vergogna, mentre il neonato cominciava a strillare forte, segno che era sano e aveva fame. Carmelina sorrise soddisfatta, si sbottonò la camicetta e il bambino trovò il capezzolo a occhi chiusi. “Che bravo, il nostro Angelo!” esclamò Leo con orgoglio. “Sa già cosa è importante in questo mondo.” Il bambino apriva e chiudeva le piccole narici, continuando a ciucciare con un ritmo lento, cadenzato. “Sì, è vero” disse Leo soddisfatto. “Ha pigliato da me, ha il naso fine e sente già il profumo dell’erba.
Purtroppo in quel periodo iniziò a circolare in paese un brutto male: la paralisi infantile che colpendo il midollo spinale, provocava atrofia muscolare e paralisi respiratoria. Il povero Angelo fu colpito dalla poliomielite e grazie all’intuito del medico condotto che iniziò subito una serie di cure, la malattia fu in parte fermata.
L’epidemia aveva paralizzato in paese molti bambini e molti morirono per soffocamento. Il paese era diventato un lazzaretto, in tutti i vicoli si sentivano lamenti e gente disperata che pregava chiedendo la grazia per i loro figlioli.  Questo male ebbe un’incidenza di infezioni tre volte superiore al Sud Italia rispetto al Nord e morirono in tanti.
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